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19/11/2016 Podisti da Marte

13 maggio 2008

Un altro pezzo di Milano se ne va

Quarant'anni di storia milanese vanno giù in uno sbuffo di fumo. Sono le 10,08, quando la tonnellata abbondante di esplosivo fa il suo dovere. Pochi secondi dopo, il padiglione numero venti, il Palazzo Meccanica della ex Fiera di Milano, non esiste più. Il mastodonte di calcestruzzo è abbattuto. Le sirene che avrebbero dovuto annunciare l'evento in realtà non si sentono (colpa del vento, spiegano gli organizzatori). Il crollo è improvviso, preceduto solo da un sibilo che diventa frastuono. Poi, l'enorme fungo di polvere che sale e avvolge tutto. Le case più vicine sono a duecento metri, il vecchio Vigorelli a non più di settanta, il Duomo a un paio di chilometri. «La Madonnina ha vegliato su di noi», dice alla fine Guido Zappa, direttore Marketing della General Smontaggi, l'azienda che ha curato le operazioni.
La più grande demolizione d'Italia. In ambito urbano, d'Europa. Nelle metropoli americane scene simili sono invece consuetudine. Duecentotrentamila metri cubi sgretolati in pochi attimi. Implosi su se stessi, collassati in pochi secondi. Mille chili di esplosivo gelatina — nitroglicerina al 90% —, applicati in 500 diversi fori e suddivisi in cartucce da 38 millimetri. Polverizzato — è il caso di dirlo — il precedente record del 1986, quando a crollare furono i «soli» 150 metri cubi della ex centrale Enel di Palermo. Altri esempi. Punta Perotti. Anche lì una tonnellata di esplosivo. Frazionata però in tre diverse scariche. O, ancora, l'ecomostro di San Giuliano Milanese, abbattuto poche settimane fa: sessantamila metri cubi e «solo» 230 kg di microcariche. Con l'abbattimento del padiglione numero 20 (sul cui tetto atterravano gli elicotteri) le superfici già rase al suolo dell'ex Fiera sono ormai il 90%. Dalle macerie (un ammasso alto 8 metri) nascerà nel 2014 CityLife. Il nuovo quartiere con edilizia residenziale (3500 nuovi abitanti), uffici, un parco (il Central Park di Milano, l'aveva battezzato ai tempi l'ex sindaco Gabriele Albertini), il museo di arte contemporanea, una fermata del metrò. Ma soprattutto con i tre grattacieli (firmati Libeskind, Isozaki, Hadid), a cui ha mosso guerra Silvio Berlusconi. La torre dell'architetto americano Daniel Libeskind sarà però un po' meno «sbilenca». Un po' più alta e soprattutto un po' più dritta. Nessuno stravolgimento del progetto, assicurano da CityLife. «Una lieve modifica nella sagoma del grattacielo è allo studio», ammette Marco Lanata, direttore generale della società. Prudenza confermata dal sindaco Letizia Moratti: «È un progetto della giunta Albertini di cinque anni fa. Ci sono dei doveri da rispettare. Cambiamenti radicali sarebbero impossibili dal punto di vista del diritto». Del resto, la variante urbanistica del piano integrato di intervento di CityLife non è stata ancora approvata dal Comune (lo sarà a fine settimana) e per l'avvio della fase esecutiva potrebbero passare mesi. Altra novità: nella futura torre ci saranno anche strutture alberghiere e residenziali. Non solo uffici, dunque, come da previsioni originarie. Lo studio progettuale — sottolineano i portavoce della cordata di immobiliaristi — è stato avviato indipendentemente dalle opinioni espresse dai politici, fra cui Berlusconi. Più semplicemente: «Il progetto sta passando dalla fase di massima a quella esecutiva». Anche Milano dal suo piccolo ground zero vedrà in ogni caso spuntare i grattacieli. Più o meno curvi, si vedrà.

Articolo scritto da Andrea Senesi [Tratto dal sito Vivimilano]



Il mio commento

Per 30 anni ho abitato vicino alla "vecchia" Fiera di Milano, un luogo che mi ha visto visitatore assognato di numerose manifestazioni. Ricordo la Campionaria, dove trovavi esposto di tutto, ricordo le prime fiere di moto che visitavo immaginandomi a cavallo di una di quelle spelndide moto in mostra. Ricordo, certo, anche il caos che una fiera praticamente al centro di una città causa. Ma erano malesseri temporanei, che si sopportavano senza troppi problemi.

Non ho potuto assistere alla demolizione della Fiera, anche se credo che non avrei voluto farlo comunque. Un po' di tristezza nel cuore quando un pezzo di Milano, della mia Milano se ne va per sempre c'è.

Al posto della Fiera sorgerà (forse) un complesso faraonico denominato "Citylife" la cui icona saranno 3 grattacieli disegnati da altrettanti architetti e con un parco tutt'intorno.

Al momento, ovviamente, tutto è sulla carta e nei renering al computer... come a dire "la teoria" è questa, aspettiamo di vedere cosa sarà, invece, la pratica. Purtroppo a Milano, come credo succeda un po' ovunque nel mondo, c'è una bella differenza tra teoria e pratica. Nel campo immobiliare, poi...!!!

Prendete ad esempio un P.R.U. (Piano di Riqualificazione Urbana) come il PRU Rubattino: suddiviso in due fasi, la seconda avrebbe dovuto essere terminata nel 2008; avrebbero dovuto realizzare le infrastrutture viarie e di servizio e poi le abitazioni, eccetera. In realtà la fase 2 è ancora un progetto (peraltro già modificato più volte) e la 1a fase è ancora da terminare. Ovviamente le case sono già pronte e abitate (cioè state vendute e incassato il grano...) dal 2003.

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