TomTom #GETGOING

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La destinazione non conta, l'importante è fare il primo passo.

PROSSIMA CORSA

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19/11/2016 Podisti da Marte

12 aprile 2010

MILANO CITY MARATHON DUE-ZERO-UNO-ZERO

La città fesciòn, che una volta era da bere e oggi pare un po’ bevuta, ha visto svolgersi la 10ma edizione della maratona.
Com’è andata? Tutti i cambiamenti apportati dal buon Trabuio hanno dato i frutti sperati? In parte certamente si, mentre qualcosa è ancora di limare. Se consideriamo questa come una sorta di “edizione zero”, diciamo che alla maratona meneghina dò un bel 7.
Lo spostamento di data ad aprile è stato giustificato con la voglia di migliorare il servizio, nella realtà molto semplicemente a novembre rompeva le scatole alle lobby influenti della città. Partiamo proprio dalla nuova collocazione in calendario: ormai ovunque si corre almeno una maratona a settimana e il periodo primaverile è abbastanza intasato. In più ci si scontra con due mostri sacri: Pasqua e la Stramilano. se l’obiettivo era diventare una delle più popolari maratone al mondo, diciamo che la strada è lunga, ma il primo passo è stato fatto nella direzione giusta. Per quest’anno la data era di fatto obbligata, visto che domenica scorsa era Pasqua, prima ancora ci sono state le elezioni (la politica riesce sempre e comunque a metterci lo zampino) e prima ancora la Stramilano. Purtroppo le date libere andavano a scontrarsi con Parigi e Londra.
I numeri sono ancora (molto) lontani da Roma, o Firenze, che peraltro offrono solo la 42K, mentre a Milano da quest’anno il computo totale è misto tra tutte le distanze possibili (maratona, mezza e staffetta). Qui il mio primo appunto: innanzitutto sono contrario per principio a valutare la qualità di un evento semplicemente in base ai numeri. A mio avviso sono molto più importanti tutti i servizi offerti e la “qualità globale” dell’evento rispetto al numero dei partecipanti; comunque sia, visto che purtroppo questo è il metro di giudizio unanimemente utilizzato allora che sia corretto. Specifichiamo quanti si sono iscritti a quale distanza e, alla fine, quanti hanno finito quale distanza. E per la staffetta parliamo di numero di squadre non di iscritti totali.
Del percorso non posso che essere contento; finalmente il bauscia a quattro ruote non ha avuto tanti motivi per lamentarsi “grazie” al nuovo percorso (credo sia l’undicesimo cambio in dieci anni) ora in linea con partenza dalla fiera e arrivo in pieno centro città. La scelta del percorso in linea e non chiuso è ideale per una città come Milano, anche se resta il cerchio interno al centro che si potrebbe “allineare”.
Quest’anno l’innovazione più importante (e strombazzata) si chiama charity. C’era una volta la beneficenza, adesso si dice in inglese che è molto più trendy ma la sostanza è praticamente la medesima. Si corre cercando di raccogliere fondi; in alcuni casi le organizzazioni hanno fatto di necessità virtù: vuoi correre per noi? Ci dai in anticipo x Euro e poi se riesci ne raccogli altri pollice verso per me. L’idea della staffetta, invece, mi piace e mi convince. Oltre che a togliere qualche presunto VIP dalla maratona, con buona pace dei runner veri, è utile per creare gruppi, sfide e magari anche avvicinare qualcuno alla corsa.
Veniamo ora all’aspetto più importante di un evento, a maggior ragione se si tratta di una maratona: la logistica. Qualche dubbio l’ho avuto sin dal principio, e purtroppo ne ho avuto conferma.
Partenza: il polo fieristico di Rho è grande quanto scomodo. Se ci arrivi in auto la puoi lasciare solo ai parcheggi a pagamento (e poi devi tornare coi mezzi per riprendere l’auto). Se ci arrivi con la metropolitana (unico mezzo pubblico disponibile dalla città) devi mettere in conto quasi un’ora di viaggio dal centro città. Per fortuna l’organizzazione ha pagato ATM perché i partecipanti potessero viaggiare gratis. La vera nota stonata a mio avviso è la partenza dalla parte opposta rispetto alla stazione della metropolitana. La Fiera è costruita in mezzo al nulla e dopo un’ora in metropolitana (ovviamente i treni disponibili sono sempre gli stessi di ogni domenica, non uno in più) mi devo fare 15 minuti a piedi per arrivare al deposito borse e poi ancora un po’ per arrivare alla partenza? NCS, ovvero Non Ci Siamo. Oggi il tempo ha pensato bene far venire un bella brezza primaverile fredda, e forse in proporzione è stato meglio così perché col sole di sabato saremmo bolliti. Il minimo è stato però toccato con gli spogliatoi: minuscoli e praticamente inutilizzabili. Siamo in mezzo al nulla con parcheggi vuoti da ogni parte e si pretende di confinare 7000 iscritti in 4 tende??? Ma neanche col sistema dei biglietti stile banco fresco al supermercato. NCS (al cubo).
Gadget ed expo. Cambio di sponsor tecnico, dopo ASICS arriva l’altro colosso nipponico, Mizuno. Mi piace il colore della maglietta tecnica, carino lo scollo a V e finalmente sgombra da miriadi di marchi che fanno sembrare chi corre un runner-sandwich. Mi auguro per il futuro qualcosa di meno anonimo e più caratteristico. Quanto all’expo, buona la collocazione, di fronte al Castello Sforzesco e molto luminoso, nonostante sia indicata Cadorna come metropolitana più vicina invece di Cairoli.

I primi risultati della cura Trabuio si sono visti. Il supporto di un partner come Massimo Mapelli (e i suoi instancabili collaboratori) è sempre prezioso e dietro le quinte l’abbiamo apprezzato. Mi auguro che le istituzioni diano un supporto sempre più fattivo e meno di facciata così da poter nel breve smussare le piccole crepe mostrate. A tutti consiglio una lettura e una riflessione sull'editoriale di Marchei nel numero di aprile di Runner's World.

Io ho corso solo ed esclusivamente per mio figlio. Ero completamente fuori allenamento e mi sono trascinato al traguardo sui gomiti; ci sono arrivato solo perché sapevo che ad aspettarmi c’erano i miei genitori. A metà gara avrei voluto mollare, la fermata della metropolitana vicina era un richiamo quasi irresistibile. Poi un massaggio alle reni ha fatto il miracolo e sono ripartito. Ringrazio una compagna di club che al ristoro ho poi perso perché mi ha fatto ripartire col sorriso sulle labbra.
Ultimi saluti e ringraziamenti sparsi: a Paolo Verde Pisello per avermi fatto correre 5K senza accorgermene, al gruppo del Marathon Club Seveso per avermi intrattenuto in metropolitana e aver dato un servizio impeccabile nella consegna e ritiro borse, a mio figlio e mia moglie perché mi sopportano, mi vogliono bene e nonostante un risultato scarso mi danno del campione.
P.S. Nella foto sono prima del via insieme a Carlos, un mito!

4 commenti:

fabrizio cosi ha detto...

Nella foto con te ci sono il MITICO Carlos Andiazabal e la nostra amica polacca Hanna, entrambi staffettisti marziani. Condivido molti dei tuoi commenti, so che sei d'accordo con me sul fatto che la strada imboccata è (finalmente) quella giusta. Complimenti per esserti portato a casa anche questa maratona.

Unknown ha detto...

@ Fabrizio: Bella la chiusura sul sito Gazzetta circa la corsa:
[...] E' l'esultanza di chi arriva al traguardo oltre un'ora dopo i vincitori e sprinta per migliorare, anche di un solo secondo, il proprio personale. E la stanchezza di chi si inginocchia a baciare il tappeto verde che segna la fine della corsa, con la luce negli occhi per avercela fatta a correre tutti i 42 chilometri e 195 metri. E' la voglia di arrivare a tutti i costi, le staffette vip, l'affetto della gente. Insomma, un vero spettacolo. [...]
io ne ho corsi solo la metà, non ho fatto il mio PB ma sono contento di essere il campione di mio figlio e mia moglie... Ti scriverò alcuni commenti sui PdM raccolti in gara. Ciao!

Michele ha detto...

Come ex cittadino di MI mi rallegro ma resto sempre perplesso: più le gare sono grandi e peggio sono organizzate....

MauroB2R ha detto...

Concordo in pieno..il vento però non era una semplice brezza, a me ha completamente piegato le gambe..
Ma tu sei riuscito a capire in quanti hanno fatto la 21k e quanti si son ritirati?