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19/11/2016 Podisti da Marte

1 dicembre 2010

Wikileaks

La Cina, tramite il portavoce del ministero degli esteri cinese Hong Lei, ha chiesto agli Stati Uniti di “risolvere in maniera appropriata” le questioni emerse dalla diffusione da parte di Wikileaks dei cablogrammi delle ambasciate USA nel mondo. Secondo le ultime notizie, la Cina dovrebbe essere interessata dai documenti pubblicati per le dichiarazioni del governo cinese nei confronti della Corea del Nord e gli attacchi a Google.
Il governo dell'Ecuador ha fatto sapere di essere pronto a offrire la residenza a Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, ricercato praticamente ovunque. “Non sono uno anti-sistema. Non è corretto mettermi in una casella economica e filosofica. Ma una cosa è il pensiero liberale americano, un altro il pensiero del libero mercato”. Julian Assange, intervistato dalla rivista “Forbes”, dichiara che gli va stretta la definizione di paladino dell'anti-establishment, contrario a ogni istituzione. “Ho abbastanza conoscenza della politica e della storia per sapere che il libero mercato rischia di finire in una situazione di monopolio se non si lavora per mantenerlo libero. Wikileaks è nato con lo scopo di rendere il capitalismo più libero e etico”.
Assange ha annunciato che la nuova ondata di documenti che presto metterà on-line riguarderà un'importante banca degli Stati Uniti ed è in programma per l'inizio del 2011. Assange si è detto pronto a rivelare decine di migliaia di documenti che potrebbero “buttare giù una banca o due”. “Abbiamo una mega-fuoriuscita relativa a una banca. Non è della dimensione del materiale sull'Iraq, ma si tratta di decine o centinaia di migliaia di documenti”.
L'australiano ha detto che la fuga di notizie fornirà “una comprensione reale e rappresentativa di come le banche si comportano a livelle esecutivo, in modo tale da stimolare le inchieste e le riforme, presumo”. "Di solito quando si arriva a fughe di notizie di questo livello è riguardo a un caso particolare o una violazione particolare”.
La presenza di Wikileaks significa “che è più facile guidare un business giusto, un'azienda corretta, mentre è più difficile guidarne una illegale. In fondo ogni amministratore delegato dovrebbe essere incoraggiato da tutto ciò”.
Wikileaks, ha detto Assange, ha anche una folta documentazione su British Petroleum, il gigante petrolifero coinvolto nel disastro nel Golfo del Messico, ma di non certo della veridicità di quanto in suo possesso.

Santo o peccatore, dunque? Personalmente credo che se davvero le cose stanno come abbiamo visto e potuto leggere (e dalle reazioni direi che ci sono forti indizi di verità), io lo vedo come un fatto positivo. Se davvero le cose stanno così, forse chi deve recitare il mea culpa siano proprio i capi di stato e i loro “vassalli”, perché sono i primi ad essere profondamente scorretti. O, meglio, non è tanto scorretto che ci si informi riguardo alla concorrenza, dopotutto è pratica comune nel business moderno; ma ciò che qui mi fa pensare e riflettere è come tutti facciano finta di cadere dal pero e si affrettino a mettere pezze peraltro inutili.
Come già commentato, poi, da molti in questi giorni, forse non era poi del tutto necessario chiedere ad ambasciatori e simili dei comportamenti del nostro Presidente del Consiglio, sarebbe bastato leggere qualche velina o consultare dagospia.

2 commenti:

Pimpe ha detto...

.. mia nonna diceva che le balle hanno le gambe corte.. e wikileaks lo dimostra.. ;-) qualcuno e' stato pubblicamente sputtanato..!

uniroma.tv ha detto...

Docenti e giornalisti si sono riuniti al DAMS di RomaTre per discutere dei 7 interrogativi di Wikileaks. Qui il nostro servizio:
http://www.uniroma.tv/?id_video=18015